Pais Vasco: storia di un territorio

País Vasco o Euskadi: i Paesi Baschi, una delle Comunità Autonome della Spagna, situata all’estremo nord-orientale della regione cantabrica, con un’estensione di circa 7200km quadrati.

I Paesi Baschi si compongono di sole tre provincie, che godono dello statuto di “Territorio Storico”: Álava, Guipúzcoa e Vizcaya. Nella Comunità si parlano correntemente due lingue (co-ufficiali per Statuto, ndr): il Castigliano e l’Euskera, detto anche vascuense, viste le origini esterne ai ceppi indo-europei da cui provengono le altre lingue moderne.

Paesi baschi pais vasco

I Paesi Baschi ottennero l’autonomia, con lo Statuto del 1979, che conferisce alla regione poteri legislativi, ed esecutivi. I Paesi Baschi hanno infatti un Parlamento, un Governo ed un Presidente propri. La capitale e sede del parlamento è Vitoria, ma la città più popolata e più conosciuta è certamente Bilbao.

Diversi sono gli scavi e le scoperte che affermano come, già nel Paleolitico, i Paesi Baschi fossero popolati. Nella distribuzione delle tribù pre-romane realizzata da Tolomeo, Vizcaya risulta occupata da Caristii (una popolazione celtibera), ed Autrigoni, Álava da Autrigoni e Beroni (di origine celtibera) e Guipúzcoa da Varduli (di origine suessona – celtica) e Vasconi. Nelle maggiori opere di Strabonio, Plinio e Pomponio queste tribù appaiono spesso come conviventi, senza particolari divisioni interne.

Dopo la caduta dell’ Impero Romano e fin quasi all’anno 1000, i Paesi Baschi sembrano cadere in una sorta di “limbo storico”: poco o nulla, infatti, si sa di queste terre durante questo periodo. È probabile, come riporta lo storico Idazio, principale autore delle cronache dell’ Hispania dell’epoca, che l’area dei Paesi Baschi abbia subito le devastazioni portate dalle invasioni degli Heruli, una tribù germanica che attaccò le coste della Cantabria nel 456.  Sembra però che nè le invasioni dei Visigoti, nè quelle musulmane abbiano raggiunto i Paesi Baschi, mentre le coste furono spesso luogo d’attracco per le tribù scandinave e vichinghe. Quando i musulmani invasero la Penisola, i Paesi Baschi rimasero sotto l’influenza del Regno Delle Asturie, mentre in epoca Medievale i Paesi Baschi vennero divisi in feudi, che si concentrarono attorno alla Signoria di Vizcaya ed alla Signoria (o Cofradia) di Álava, mentre, a partire dal 1200, Guipúzcoa venne incorporata nei Territori della Castiglia.

La “Peste negra” del 1348 decimò la regione, con conseguenze catastrofiche per le economie delle Signorie che, nel loro intento di mantenere potere e prestigio, si affrontarono nelle “Guerras de banderizos” una sorta di duelli e guerrigile continui tra fazioni appartenenti alle più importanti famiglie della regione (tra questi gli Oñaz, gli Urquizu-Abendaño e gli Ayala), che assoldavano mercenari tra le fila di chi per colpa di una o dell’altra famiglia, aveva perso potere e sicurezza.Gli scontri durarono fino in età Moderna, in pieno secolo XV, con la sconfitta delle signorie ed il riconoscimento, da parte del re di Castiglia dei Paesi Baschi come Terre della Corona di Castiglia, che ne assumeva qundi il pieno controllo amministrativo.

Con la scoperta dell’America i rapporti tra la Corona di Castiglia e del Portogallo peggiorarono: ognuno dei regni reclamava per se i territori scoperti, ed ironicamente la situazione volse a favore dei Paesi Baschi, poichè il re di Castiglia (Fernando d’Aragona) ordinò al Consigliere Reale bilbaino Juan de Arbolancha la costruzione di un’armata imponente, che potesse solcare gli oceani e combattere le navi portoghesi.  La flotta, conosciuta come Armada de Vizcaya, si riunì a Bermeo per partire alla volta di Cadice. L’armata era formata da una nave di circa 1000 tonnellate, 4 navi più piccole di circa 50 tonnellate, una caravella che fungeva da corriere tra le imbarcazioni ed un’altra che invece veniva impiegata per piccole esplorazioni. Il totale degli equipaggi era di 900 uomini, quasi tutti provenienti da Bilbao.

Lo scopo di questa flotta era quello di fare da scorta alle caravelle di Colombo, dalla partenza da Cadice fino in mare aperto, dove gli attacchi da parte dei portoghesi potevano essere ormai scongiurati. In realtà la flotta non accompagnerà Colombo: i Re Cattolici la richiesero per un importante viaggio d’affari nelle Canarie, che però non avverrà mai. La flotta venne invece aumentata ed impiegata dai sovrani nelle guerre d’Italia del 1500. I Paesi Baschi diedero natali a importanti e famosi esploratori e naviganti, tra cui Andres de Urdaneta, Cosme Damian Churruca, Juan de Garay e Jose de Mazarredo, tra gli altri.

scudo paesi baschi pais vasco

Dopo la Guerra di Successione Spagnola, i Paesi baschi furono tra i pochissimi territori che mantennero giurisdizioni e pregi medievali fino al XIX secolo, quando tutto il sistema delle autonomie entrò in crisi. Alla fine del XVIII nacque un movimento, capeggiato dalla Real Sociedad Bascongada de Amigos del Pais, che intendeva modernizzare la struttura sia economica che sociale delle provincie basche. A questo movimento fece seguito un gran interesse da parte di altre provincie, che portò, all’inizio del XIX secolo, alla collaborazione tra i Governi Autonomi Locali, che si occuparono di far aumentare l’interesse verso la cultura e l’identità basche.

Il sistema di governi autonomi entrò in collisione con il sistema costituzionale spagnolo a partire dal XIX secolo: nei Paesi Baschi i difensori di un’autonomia di governo (i carlisti) si scontrarono con i liberarli che appoggiavano un governo centrale, e furono sconfitti per ben tre volte. Alla fine degli scontri (le guerre carliste), le Autonomie Locali vennero sostiuite dalle Provincie Basche. Alla fine del XIX secolo due furono gli eventi politici e sociali di forte impatto: la nascita di un nazionalismo basco, che si proponeva di raccogliere il forte sentimento di identità basca, che stava crescendo, ed il movimento operaio, soprattutto nelle aree industriali e nelle città. Il patto che si creò tra queste due importanti identità fu ciò che portò al Primo Statuto di Autonomia dei Paesi Baschi, nel 1936, da cui nacque il primo Governo Basco. Lo Statuto entrò in vigore solo a Vizcaya e Guipúzcoa, le uniche rimaste “fedeli” alla Repubblica Spagnola durante la Guerra Civile.

Dopo il colpo di Stato che portò Franco al potere, però, lo Statuto venne abolito: tutti i privilegi e le identità locali vennero aboliti, e le provincie considerate “traditrici”. Solo nel 1979, dopo il Franchismo, ed il ritorno alla repubblica i Paesi Baschi ottennero l’ Estatuto de Autonomia del Pais Vasco.  

Nella versione in Euskera dello Statuto la regione è denominata Euskadi o Euskal Herria, che nel 2003 la Real Academia Vasca ha definito come: “Territorio con tratti culturali ben definiti, che superano frontiere politico – amministrative e differenze storiche”.

A cura di Diletta Fraizzoli