Investire in Spagna

Nonostante la crisi economica, la Spagna continua ad attirare parecchi italiani, pronti ad avviare attività autonome ed a fare impresa in questo Paese, dove sia imprese di grandi dimensioni, ma anche realtà più piccole hanno trovato un buon terreno e interessanti aiuti agli investimenti.

La Spagna è infatti un Paese molto dinamico, che offre notevoli sostegni, soprattutto in alcuni settori leader come, ad esempio, telecomunicazioni, settore immobiliare, commercio, ingegneria civile, programmazione software, commercio al dettaglio, industria della carta e attività di ricerca. Investire in Spagna oggi rappresenta dunque ancora una ghiotta opportunità per gli italiani in cerca di una nuova vita all’estero.

Dove conviene investire in Spagna?

Al di là degli investimenti immobiliari, i migliori posti dove investire in Spagna sono certamente quelli con un mercato del lavoro abbastanza dinamico, e in particolare le città più grandi, ovvero:

  • Barcellona;
  • Madrid;
  • Valencia;
  • Siviglia;
  • Santander;
  • Gijon;
  • Saragozza;
  • Bilbao;
  • Pamplona;
  • Murcia.

Alcune di queste località sono anche ottime per trasferirsi, visto che figurano nella lista delle città della Spagna dove si vive meglio.

Ovviamente, poi, molto dipenderà sia dal tipo di investimento che si vorrà fare sia dal tipo di mercato in cui ci si vorrà inserire perché, ad esempio, nel momento in cui si vorrà effettuare un investimento immobiliare a reddito oppure nel turismo, la località finale potrebbe essere diversa da quella che, invece, sceglierebbe chi desidera investire nel settore finanziario, bancario oppure ingegneristico.

In linea di massima, quindi, è molto importante informarsi e fare tutte le analisi del caso per capire come scegliere il proprio “segmento”, ovvero identificare l’ambito e il tipo di commercio su cui si vorrà puntare. In un secondo momento, bisognerà anche valutare, capire quali possano essere i benefici dell’investire in Spagna piuttosto che in Italia.

Perché aprire un’attività in Spagna conviene?

Per tutti coloro che si stanno chiedendo perché investire in Spagna e non in un altro paese, è bene specificare quali sono i maggiori motivi:

  • il Paese (salvo ultimi accadimenti dovuti alla pandemia Coronavirus) ha avuto una buona ripresa economica e il PIL, negli ultimi anni, è cresciuto ad un tasso medio del 3%, ovvero più di quello di Francia e Germania;
  • il rapporto deficit/PIL è sceso sotto il 3% e dimostra quindi un buon miglioramento;
  • anche il tasso di disoccupazione è sceso dal 22,10% del 2015 al 14,5% del 2019 (ottobre);
  • il rapporto debito/PIL è inferiore a quello dell’Italia;
  • la pressione fiscale del Paese è moderata rispetto a quella italiana e la presenza di incentivi fiscali per le imprese ed incentivi agli investimenti, in particolare per favorire l’innovazione tecnologica ed il lavoro giovanile e a sostegno delle piccole e medie imprese, è un dato da tenere in forte considerazione;
  • il Global Competitiveness Report 2018 posiziona la Spagna al 10º posto al Mondo per qualità delle infrastrutture e della logistica, poiché possiede due dei maggiori aeroporti d’Europa (Madrid e Barcellona) ed è terzo Paese in Europa per numero di passeggeri aerei;
  • la Spagna si presenta poi come uno dei mercati europei più attraenti, specialmente per i suoi 46 milioni di potenziali consumatori ed un bacino supplementare di più di 80 milioni di turisti che visitano il Paese ogni anno. Senza contare la posizione privilegiata come porta di accesso al mercato dell’America Latina e del Nord Africa.

Chiaramente, poi, la decisione di investire in Spagna potrebbe comportare anche alcuni rischi che, seppur contenuti, si riassumono principalmente in un tasso di disoccupazione decisamente in diminuzione ma comunque molto alto in Europa (più di quello italiano) e nelle recenti tensioni politico-economiche tra Catalogna e Governo centrale spagnolo.

In quale attività investire in Spagna?

Prima di scegliere quale attività aprire, in Spagna o in qualsiasi altro paese, bisognerà avere chiaro cosa vuol dire “nicchia di mercato” e valutare attentamente le opportunità più attraenti in base ai nostri interessi e, soprattutto, in base alle specifiche potenzialità di quel settore nel paese nel quale abbiamo deciso di investire.

Relativamente al tipo di business, secondo il sito web infomercatiesteri.it i migliori settori in Spagna per investire sono i seguenti:

  • mezzi di trasporto (navi e imbarcazioni, locomotive e materiale rotabile, aeromobili e veicoli spaziali, mezzi militari);
  • autoveicoli, rimorchi e semirimorchi;
  • servizi di informazione e comunicazione;
  • prodotti farmaceutici di base e preparati farmaceutici;
  • prodotti chimici;
  • attività turistico-ricettive.

Consigliamo di vagliare anche queste papabili idee per fare impresa in Spagna:

  • assistenza anziani a domicilio;
  • gestione di proprietà immobiliari;
  • assicurazioni personalizzate;
  • servizi specifici per animali da compagnia.

Come aprire un’attività in Spagna: tutti i passi da seguire

Al di là di quello che sarà il vostro business e la location che sceglierete per fare impresa in questo Paese, uno dei punti da chiarire fin da subito è la parte burocratico-organizzativa dell’apertura di un’attività o società in Spagna.

Perciò, prima di tutto, chiariamo che per aprire o prendere in gestione un’attività in Spagna (che sia imprenditoriale o commerciale) come cittadini stranieri, è ovviamente necessario ottenere alcuni permessi ed autorizzazioni.

In tal senso, anche se può sembrare ovvio, al di là delle informazioni che possiamo condividere qui consigliamo comunque di avvalersi sempre di un consulente, di uno studio legale specifico o di un’agenzia di intermediazione, per evitare perdite di tempo e dispendi di denaro inutili.

Documenti e autorizzazioni

In linea di massima, comunque, riguardo alle autorizzazioni ed ai permessi, chiariamo che:

  1. i cittadini stranieri che intendono fare business in Spagna devono ottenere il NIE, ovvero il Número de Identidad de Extranjero;
  2. poi, per esercitare qualsiasi attività in Spagna, si dovrà anche ottenere una specifica licenza municipale, con la quale sarà possibile aprire l’attività che si vorrà avviare.

Ricordiamo inoltre che si tratta di documenti non di difficile reperibilità od ottenimento ma, comunque, potrebbero volerci alcuni mesi e quindi è bene prepararsi in anticipo e muoversi per tempo.

Naturalmente, poi, una volta trovato l’immobile o la sede in cui poi eserciterete la vostra professione, se saranno necessari lavori di ristrutturazione, dovrete preventivarli con il Comune di appartenenza della vostra attività.

Tasse e adempimenti fiscali

Per quanto riguarda gli adempimenti fiscali, una volta capito quali sia la forma fiscale più appropriata per la vostra impresa, sarà necessario dotarsi della firma digitale ed iscriversi nel Registro del Censimento Fiscale spagnolo attraverso la compilazione di determinati moduli. Maggiori informazioni sono disponibili sul sito del Governo a questo indirizzo: http://www.mitramiss.gob.es/en/index.htm.

Parlando poi di tasse, ricordiamo inoltre che in Spagna le tasse principali sono l’imposta sul valore aggiunto (ovvero l’IVA), l’imposta sul reddito e le tasse societarie.

Aprire un’attività autonoma in Spagna

La scelta di aprire una ditta individuale in Spagna, sotto forma di autónomo, è una delle forme più semplici e meno costose. Tra i maggiori vantaggi infatti vediamo:

  • il non obbligo di investire o avere a disposizione un capitale minimo da dover versare;
  • la non necessità di iscriversi al Registro delle Imprese (Registro Mercantil);
  • le semplificazioni degli obblighi contabili.

Unico grande svantaggio: la responsabilità giuridica, in questo caso, è illimitata, il che si traduce nel fatto che i creditori societari, in caso di insolvenza dell’impresa, aggrediranno il patrimonio personale dell’imprenditore o del lavoratore autonomo.

Tipi di società in Spagna

Se, al contrario, stai pensando di avviare il tuo progetto imprenditoriale in Spagna unitamente ad altri soci o, comunque, di limitare la responsabilità, l’opzione migliore è quella di aprire una società. In Spagna, ne esistono di due tipologie:

  • sociedad de carácter personalista (società di persone),
  • sociedad de responsabilidad limitada (società di capitali o a responsabilità limitata).

Nel primo caso, i soci hanno responsabilità illimitata per i debiti societari e rispondono con il proprio patrimonio personale. Poi, nello specifico, questa tipologia di società spagnola presenta altre due diverse categorie:

  • sociedad colectiva: i soci investono i capitali e apportano la loro attività lavorativa all’impresa;
  • sociedad comanditaria: esiste un socio che versa capitale e altri o un altro che si occupa della gestione.

Nel secondo caso, invece, ossia quello della sociedad de responsabilidad limitada, si può scegliere di avviare una:

  • sociedad limitata (società a responsabilità limitata): particolarmente in voga per chi sceglie di aprire un’impresa in Spagna proprio per il vantaggio di avere una tassazione proporzionale (e non progressiva a scaglioni) e quindi ottenere anche una adeguata protezione patrimoniale;
  • sociedad anónima: società per azioni che, a differenza della precedente, può essere trasferita liberamente.

Tassazione di una impresa in Spagna

In linea di massima, come si specificava anche in precedenza, le tasse che incombono su chi apre un’impresa in Spagna non sono moltissime, ma variano anche in base alla tipologia societaria prescelta.

Infatti, a livello fiscale, vediamo due tipi di tassazione:

  • tassazione progressiva per scaglioni (impuestos sobre la renta de las personas fisicas – IRPF): in questo caso non è una vera e propria tassa che viene pagata dalla società o dalla impresa ma direttamente dalla persona fisica in forma proporzionale;
  • tassazione proporzionale (IS – impuesto sobre sociedades): a differenza della IRPF questa tassa ha un’aliquota fissa del 25%.

Oltre alle quote fisse (e qui viene uno dei maggiori vantaggi del perché avviare un’attività in Spagna) esistono anche delle aliquote ridotte:

  • 15%: aliquota ridotta nel primo biennio per le nuove attività d’impresa;
  • 20%: per società cooperative;
  • 10%: per associazioni e fondazioni;
  • 1%: per alcune tipologie di società d’investimento;
  • 4%: per le imprese localizzate nelle Isole Canarie e che beneficiano del regime speciale ZEC.

Contributi previdenziali

Infine, per concludere il capitolo fiscale dell’avvio di un business in Spagna, nominiamo anche le spese relative alla contribuzione pensionistica che, ovviamente, vengono pagate sia come lavoratori autonomi o individuali, sia se si è amministratori o soci di una impresa.

In tal senso, la quota mensile minima di contributi assistenziali e previdenziali è di circa 285 euro al mese ma, ovviamente, anche in questo caso esistono delle agevolazioni per chi apre una nuova attività in Spagna come, ad esempio, la tarifa plana che si applica solo se si avvia un’attività come autónomo.

Come aprire un ristorante in Spagna

Una volta vagliate le possibilità relative al tipo di società che si può aprire in Spagna, vediamo nello specifico come fare per aprire un ristorante, una pizzeria (anche al taglio), una piadineria, un fast food o un food-truck di vendita ambulante, una pasticceria, una rosticceria o – in generale – una attività legata alla ristorazione.

A livello di vantaggi, bisogna affermare che la Spagna – nonostante non sia uno dei Paesi dalla maggiore stabilità economica – è una Nazione dove trovare tanti incentivi ed agevolazioni fiscali, anche e soprattutto per il settore della ristorazione.

Per tale motivo, sempre più stranieri ed italiani optano per l’avvio di una di queste attività, specialmente nelle zone più turistiche o nelle grandi città del Paese – come Madrid, Barcellona o Valencia – dove attività prettamente italiane sono molto apprezzate.

Chiaramente, come si specificava anche sopra, nella scelta della propria attività deve anche ricadere il fattore location e quindi studiare al meglio le migliori città dove aprire un ristorante o un’attività simile in Spagna.

Ad oggi, tra le migliori località dove investire in Spagna in un’impresa di ristorazione vediamo:

  • Barcellona;
  • Madrid;
  • Valencia;
  • Siviglia;
  • Malaga.

 Autorizzazioni e documenti

A livello burocratico, invece, ci si deve informare soprattutto relativamente a quelle che sono le normative vigenti per la distribuzione e vendita di alimenti o bevande e che, in Spagna, variano molto da provincia a provincia e da regione a regione. Ad esempio, nella città di Madrid, nei pub non si ha la possibilità di servire cibo a meno che non sia già preparato.

Dopodiché, esattamente come per molte altre attività, per avviarne una di tipo ristorativo, sarà necessario richiedere documenti specifici come il NIE ed una licenza municipale, attraverso la quale si avrà la possibilità di dare inizio alla propria attività. Ricordiamo nuovamente che le tempistiche relative a quest’ultima richiesta possono variare molto e possono anche essere necessari molti mesi.

Infine, nel momento in cui si avrà intenzione di assumere dei lavoratori, si dovrà fare riferimento alla normativa vigente, che prevede 14 mensilità ed un mese di ferie retribuite con 14 festività.

In conclusione poi, il più importante consiglio per aprire un ristorante in Spagna o comunque un’impresa di ristorazione, è quello di rivolgersi alla Camera di Commercio ed all’Ufficio comunale del comune di residenza, e prendere nota dei regolamenti regionali e provinciali.

Avviare un bar, un locale, una caffetteria o un chiosco sulla spiaggia

Esattamente come i ristoranti o le pizzerie, molto quotati in Spagna sono anche i bar (specialmente quelli da colazione o pranzo) e i chioschi sulla spiaggia, ovvero i famosi chiringuitos.

A livello di costi, ovviamente molto dipende dalla città in cui si sceglierà di aprire il proprio locale e, chiaramente, anche dalla grandezza o dalla tipologia di immobile che si affitterà o acquisterà.

In linea di massima, esattamente come per i ristoranti o le pizzerie, sono necessari licenze ed il NIE per avviare l’attività, più una serie di permessi per la vendita e la distribuzione di alcol e cibo. Anche in questo caso, molto dipende dalla città o dalla Provincia/Regione, quindi sarà necessario vagliare le informazioni caso per caso.

Per quanto poi riguarda i chioschi sulla spiaggia, spesso si tratta di concessioni stagionali e che vengono messe a disposizione dalle città o dalle Province stesse, a volte tramite bando pubblico, e quindi diventa necessario informarsi e – tempestivamente – partecipare con la propria candidatura.

Aprire una gelateria in Spagna

Come accade per ristoranti o bar, anche le gelaterie possono riscuotere un certo successo in Spagna, sia per motivi climatici sia perché si tratta di una penisola molto turistica, dove un prodotto come il gelato artigianale è molto apprezzato.

Le città di Madrid e Barcellona, ad esempio, rappresentano un’ottima opportunità per aprire una gelateria, ma – come spesso accade – non bisogna nemmeno sottovalutare città più piccole come Granada o Toledo, città perfette sia per vivere che per lavorare. Senza dimenticare le splendide isole che, grazie al clima ed ai turisti, possono essere davvero l’investimento azzeccato.

Infatti, in Spagna, ad oggi, si contano circa 2.500 gelaterie artigianali, un numero molto ridotto rispetto all’Italia, che tra laboratori e rivendite vanta più di 37.000 punti vendita.

A livello burocratico, poi, vale più o meno lo stesso spiegato per le altre attività di business in Spagna ma, ovviamente, sarà anche necessario effettuare corsi specifici per imparare non solo a gestire un’impresa come questa all’estero, ma anche a fare praticamente un prodotto speciale come il gelato.

Avviare un’attività turistico-ricettiva in Spagna

Se invece sogni di aprire il tuo Hotel, Ostello, B&B o Guest House in Spagna, anche in questo caso le opportunità di certo non mancano. Il turismo è uno dei maggiori ingressi per il PIL spagnolo e quindi un business di questo tipo sarà certamente molto proficuo.

Le zone turistiche, infatti, non mancano di certo in Spagna e tra quelle migliori per avviare un B&B o una attività ricettiva segnaliamo:

  • Isole Baleari e le zone circostanti Valencia;
  • Galizia;
  • Paesi Baschi;
  • Andalusia in generale;
  • Barcellona;
  • Madrid;
  • Siviglia;
  • Cordoba;
  • Santiago di Compostela;

Un po’ più di nicchia, invece, ma comunque abbastanza quotate per avviare un business turistico in Spagna sono anche le città di Salamanca, Saragozza, San Sebastian e Toledo.

Un discorso a parte poi vale per le Isole Canarie, con Tenerife e Gran Canaria che attirano vacanzieri durante tutto l’anno. Tuttavia, le due isole principali hanno delle leggi regionali che regolamentano fortemente l’apertura di strutture turistiche. Mentre, le altre isole, Fuerteventura e Lanzarote, ospitano un turismo di nicchia ma – date le dimensioni – presentano ancora delle interessanti opportunità di investimento. Infine, le altre isole di La Palma, Gomera e El Hierro, sono decisamente delle perle nascoste ma i problemi attuali però sono i collegamenti scarsi e quindi un flusso minore di turisti.

Leggi e burocrazia

Come per altri business, per fare impresa in Spagna ed aprire quindi una struttura ricettiva per i turisti, è necessario controllare le leggi che il Governo spagnolo ha recentemente emesso. In linea di massima, però, la regola principale è che ogni Provincia autonoma ha il suo proprio regolamento in vigore, e pertanto andrà visionato a seconda della zona di interesse.

Esistono, infine, delle facilitazioni solamente per chi affitta la propria casa ai turisti per brevi termini. Tuttavia, anche in questo caso, ogni Regione ha le sue regole e, ad esempio, alcune lo vietano.

Altre attività da avviare in Spagna

Infine, oltre alle attività sopra menzionate, per chi stesse comunque cercando un investimento in terra iberica, invitiamo anche a prendere in considerazione le seguenti aziende o settori imprenditoriali:

  • cannabis social club;
  • agenzie immobiliari;
  • centri estetici;
  • panificio o pastificio italiano;
  • aziende agricole;
  • enoteche o negozi al dettaglio specializzati.