L’isola di Tenerife: un paradiso protetto

Il 27 giugno del 2007 fu una giornata importante per l’isola di Tenerife: dopo la 31a sessione della Convention per l’elezione dei Patrimoni Mondiali dell’Unesco (tenutasi in Nuova Zelanda), l’Unione Internazionale della Conservazione della Natura approvò la candidatura dell’isola canaria.

Qualcuno dubitò e si oppose, ma solo una piccola minoranza. Quel 27 giugno del 2007 il Teide (il cui parco Naturale è visitato da oltre ai 5 milioni di turisti ogni anno) entrava a far parte dei sistemi vulcanici dichiarati Patrimonio dell’ Umanità. Per Tenerife, l’isola più grande dell’arcipelago canario, questa decisione era il simbolo di una strategia di protezione della Natura, che negli anni aveva già dichiarato protetti la maggior parte dei 343km2 dell’isola.

Tutto ebbe inizio nel 1992, quando la Spagna firmò la Convenzione di Rio de Janeiro sulla Biodiversità durante il Summit della Terra in Brasile: quella firma presupponeva il compromesso della nazione spagnola a promuovere ogni forma possibile di protezione di ecosistemi ed habitat naturali, aiutando così a mantenere (e ad accrescere in numero di esemplari) le diverse specie di flora e fauna autoctone. L’arcipelago canario, con il ventaglio di paesaggi ed ecosistemi che presenta (grazie a caratteristiche geomorfiche e ad un microclima unici), accettò la sfida, creando inoltre la Red Canaria de Espacios Naturales Protegidos: 150 in tutto, di cui quasi 1/3 a Tenerife.

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