Vigo, a lezione di economia domestica

di Gianluca Ricci 

 

L’evoluzione delle abitudini sociali è stata negli ultimi anni talmente rapida che sono pochi coloro in grado di rendersi conto che il prezzo che stiamo pagando rischia di diventare davvero alto. Un prezzo che si paga non in soldoni, ma in tradizioni.

Gli usi e i costumi di un popolo rimangono davvero tali solo se li si continua ad alimentare senza risparmio, facendo in modo che le nuove generazioni recepiscano da quelle vecchie il patrimonio accumulato e continuino a tramandarlo alle successive, magari implementandole di quel tanto che basta a renderle un po’ più adeguate ai tempi.

Perché, va ammesso senza falsi pudori, molto spesso comportamenti e principi tradizionali rischiano di risultare tragicamente anacronistici, specie in una società come la nostra che ha iniziato a girare a mille all’ora negli ultimi vent’anni.

Buttare lo sguardo verso il futuro ignorando completamente il passato e le sue complesse dinamiche è però altrettanto rischioso: servirebbe una sana via di mezzo in grado di garantire basi solide e pensieri alati. Questo devono aver pensato i responsabili del Colegio Montecastelo di Vigo, nel nord della Spagna, quando hanno approvato la proposta di inserire fra le materie curricolari della normale programmazione didattica “attività domestiche”.

Probabilmente scottati dall’esperienza, i membri anziani del gruppo hanno pensato di rimediare alla perdita delle necessarie informazioni che un tempo venivano passate in famiglia attraverso una sorta di rieducazione generale.

Non è un mistero infatti che moltissimi giovani ormai abbiano completamente disimparato a far da mangiare e non siano minimamente interessati alle corrette strategie per mantenere l’ordine nella casa in cui si vive.

Principi un tempo basilari, che le mamme insegnavano soprattutto alle figlie, ma che oggi non fanno più parte del bagaglio di informazioni “tradizionale”.

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E allora a Vigo ci pensa la scuola: è a scuola che si impara a rassettare una stanza o a rifare un letto, è a scuola che si apprendono i principi basilari dell’igiene personale, è a scuola che si capisce il funzionamento di un ferro da stiro.

Ed è a scuola che si mettono sul fuoco le prime padelle e si prova a replicare qualche ricetta tradizionale, di quelle che le famiglie un tempo custodivano gelosamente e passavano di padre in figlio, di madre in figlia e che oggi vengono tristemente dimenticate.

Un tempo c’era il servizio militare obbligatorio che metteva i neomaggiorenni di fronte a queste responsabilità: era in quell’occasione che si imparava a stare al mondo e a cavarsela con i propri mezzi. Ma oggi il servizio militare obbligatorio non c’è più e quello professionale ha perso gran parte delle sue peculiarità didattiche.

Ed ecco che la scuola viene a tappare un altro buco, di fronte alla resa incondizionata delle famiglie, ormai incapaci di rendersi quel necessario trait-d’union fra vecchie e nuove generazioni. Senza contare l’enorme valenza che questo progetto ha dal punto di vista della parità fra i sessi: “l’uguaglianza si impara attraverso i fatti”, è questo il motto con cui a Vigo si lavora, tanto che a tenere lezione sono i ragazzi stessi, che si rivolgono indifferentemente a maschi e femmine, con l’obiettivo di evitare che la prossima sia una generazione incapace di badare a se stessa.