Raul Gonzalez Blanco: o capitano, mio capitano

Raul…basta questo a definire un giocatore come Raul Gonzalez Blanco, uno dei migliori calciatori spagnoli degli ultimi decenni.

Nato a Madrid, iniziò a giocare nel suo quartiere natale, San Cristóbal de los Ángeles, e solo due anni dopo il padre riuscì a farlo entrare nelle giovanili dell’Atletico Madrid, dove, nella sua prima stagione, segnò 65 gol, aiutando la squadra a vincere il campionato di quell’anno. L’anno successivo passò alla categoria superiore di cadete, ed ancora una volta fu l’uomo decisivo della stagione del club. Tanta positività andò perduta quando il presidente del club Jesus Gil decise, per gravi problemi economici, di eliminare tutte le categorie inferiori dell’ Atletico. Fu allora, nel 1992, che il Real Madrid (storico rivale dell’ Atletico) acquistò uno dei giocatori cui deve gran parte del suo prestigio.

Come già nel club precedente, anche nel Real Madrid, Raúl seppe farsi notare, tanto da ottenere la convocazione in nazionale under-18.

Il 29 ottobre 1994 Jorge Valdaño, l’allora allenatore della prima squadra del Real Madrid, convocò Raúl per la sua prima partita di Liga, ma il primo gol da titolare lo segnò la settimana successiva nello stadio di casa, il Santiago Bernabéu, proprio di fronte alla sua ex squadra, l’Atletico Madrid. Raúl fu decisivo in tutte le azioni che portarono alla vittoria del Real Madrid per 4 a 2, e quando l’allenatore lo fece uscire, dopo 60 minuti, il giovane calciatore ricevette l’ovazione del pubblico. Da allora divenne il giocatore essenziale della prima squadra, e l’anno successivo, il1995, giocò la sua prima partita di Champions League.

Il 1996 fu l’anno di Fabio Capello, il nuovo allenatore, che sebbene non fosse ben visto dalla società, venne sempre ricordato da Raúl come punto fondamentale della sua crescita come giocatore, e di lui disse “Fu fondamentale per la mia carriera: a 19 anni – quando lo incontrai – mi serviva qualcuno che mi guidasse, che mi dicesse esattamente cosa fare. Lo ricordo con gran affetto, anche perchè portò al Madrid un modo di giocare completamente nuovo”.

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Le cose cambiarono con l’allenatore tedesco Jupp Heynckes che, se da una parte aveva formato una delle coppie d’attacco più produttive di quegli anni (Raúl – Morientes), dall’altra non dava a Raúl la certezza della titolarità ad ogni partita, e spesse volte cambiava l’impostazione di gioco, e la posizione dell’attaccante. Iniziarono così le “malelingue” di quel periodo: si parlava soprattutto di poco feeling con l’allenatore, ma quando a causa di forti dolori fisici Raúl fu costretto a riposo per almeno un mese, si parlò anche delle sue numerose uscite notturne e delle sue serate “spericolate”. Stanco della situazione, Raúl convocò una conferenza stampa in cui dichiarava di aver diritto a “Maturare come persona” e di non aver nulla a che fare con il mondo dell’alcol e della droga.

Tornato a giocare non ripetè da subito le sue prodezze, ma fu fondamentale per l’annata del Real, mantenendo la squadra ai primi posti della classifica. Ironicamente fu uno dei peggiori anni del club, ma uno dei suoi migliori.

Gli anni successivi furono un susseguirsi di vittorie e sconfitte per il club, tanto che nel 2000, sotto la direzione di Del Bosque, Raúl giocò la sua peggiore stagione in campionato, rifacendosi però in Champions e vincendo il suo secondo titolo europeo: con ben 10 gol all’attivo si consacrò come miglior marcatore del torneo e venne nominato “Miglior attaccante dei tornei per club della UEFA”.  

Nel 2000, con l’arrivo alla presidenza di Florentino Perez, il club del Real Madrid sembrava rinascere, e grazie agli ingaggi quell’anno venne nominato l’ “era galactica”. Ma non fu così: la dirigenza fu forse troppo certa della forza di questa squadra, ma tutte le aspettative crollarono di fronte ad un’amara realtà: quell’anno il Real non vinse nessuna delle 5 competizioni cui partecipò. Fu però quello l’anno in cui Raúl assunse il ruolo di Capitano (ruolo che mantenne fino al 2006) e, nonostante la brutta stagione del club, venne eletto per il secondo anno consecutivo “Miglior attaccante dei tornei per club della UEFA”.

Furono quegli gli anni d’oro della sua carriera: la rivista francese France Football lo designò secondo miglior giocatore europeo dell’anno (dopo l’inglese Michael Owen, che vinse il Pallone d’Oro), e la FIFA gli assegnò il III posto tra i migliori giocatori al mondo, dopo Beckham e Figo. Fu il direttore sportivo Jorge Valdaño dare una possibile spiegazione del perchè in nessuna di queste occasioni Raúl avesse vinto: “ E’ un giocatore severo, quasi austero, che cerca sempre il modo migliore e la via più diretta per portare la sua squadra alla vittoria. Tutto quello che fa lo fa per la squadra. Questa austerità e il suo carattere riservato lo allontanano dai riflettori della pubblicità e delle “stelle”…e ciò si ripercuote ingiustamente sul riconoscimento alla sua carriera”.

Nel 2002 Raúl vinse la sua prima Supercoppa Europea e, nell’anno del centenario del club, con l’aiuto della nuova punta Ronaldo, i merengues vinsero anche la Coppa Intercontinentale.

Gli anni successivi segnarono un progressivo calo di rendimento del capitano, ma nonostante le difficoltà (anche fisiche), la FIFA lo nomina tra i migliori giocatori del XX secolo: nomina confermata nella stagione 2009, quando Raúl diventa il miglior marcatore del Real Madrid di tutti i tempi.

La sua ultima partita con il Real Madrid fu a Saragozza, in quello stesso stadio che lo aveva visto debuttare 16 anni prima. Nel 2010 venne ceduto allo Schalke04. 

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La sua è stata, ed è, una carriera di grandi successi: è considerato uno dei tre giocatori più importanti nella storia del Real Madrid (con Alfredo di Stefano e Zinedine Zidane), ed è tuttora il miglior marcatore della Prima Divisione Spagnola ed il terzo della Liga. È anche il miglior marcatore della storia delle competizioni ufficiali della FIFA (con ben 77 gol) e della Coppa Europa (71 gol, contro i 56 del suo amico e compagno Van Nistelrooy); le sue 143 presenze nelle Coppe Europee gli hanno fatto superare Paolo Maldini, a quota 139.

Suo è inoltre il record di partite disputate con il Real Madrid, ben 741, e quello di gol fatti dalla fondazione del club nel 1902: un imbattibile 323 !

Fino ad oggi ha vinto 18 titoli per club, convertendosi in uno dei giocatori più blasonati nella storia del calcio.

Giocò ben tre mondiali (1998 – 2002 – 2006) ed un olimpiade (Atlanta 1996), indossando dal 2003 al 2006 la fascia di Capitano della Nazionale.