Napoli e Spagna

 

Da sempre, tra Spagna e Italia esiste un legame molto forte. La dominazione spagnola nel nostro Paese è ancora oggi ben visibile: si respira nell’arte, nei palazzi, nell’impronta catalana e borbonica delle architetture dei palazzi.

In particolare è a Napoli, più che in altre città, che questa influenza ha lasciato le sue tracce. Nei meravigliosi monumenti e musei che la città partenopea ospita, nelle tante parole del suo dialetto, la cui origine deriva proprio dalla lingua spagnola e dalla dominazione aragonese.

I famosi Quartieri Spagnoli, una delle zone più folkloristiche della città, prendono ad esempio il nome dalle guarnigioni militari spagnole che, nel XVI secolo, si rifugiarono al loro interno prima di andare su un altro fronte di guerra.

Ad ordinare la creazione del quartiere nel 1536 fu il viceré spagnolo Don Pedro di Toledo. E che dire del Maschio Angioino? Voluto da Carlo I d’Angiò, divenne poi la residenza ufficiale degli Aragonesi.

E tante altre sono le meraviglie, spagnole e non, che ospita Napoli. Per fare un esempio esaustivo e dare un’idea più precisa di cosa stiamo parlando, vi suggerisco un articolo di Expedia, che oltre a dare informazioni preziose sulla storia di piazze e luoghi, fornisce consigli utili su cosa non perdere per chi intende visitare il capoluogo partenopeo. Vediamoli comunque qui sotto insieme per dettaglio.

1. Il Castel dell’Ovo. Vicino al Maschio Angioino, sull’isola di Megaride, si erge il più antico castello della città: Castel dell’Ovo. La sua maestosità spicca e si riflette nel bellissimo panorama del golfo di Napoli. Il suo originale aspetto normanno, distrutto a causa di diversi eventi, si è poi modificato con i successivi lavori di ricostruzione fatti nel periodo angioino e aragonese. Oggi si presenta come una fortezza che durante l’anno ospita mostre dedicate all’arte contemporanea. La leggenda narra che il poeta Virgilio abbia celato, nei sotterranei del castello, un uovo in equilibrio per assicurare la tenuta della fortezza e la tranquillità dei napoletani. Da qui il nome.

2. Il Teatro di San Carlo. Definito nel 2014 dal National Geographic come uno dei teatri più belli del mondo, secondo solo a La Scala di Milano, il San Carlo è il più antico teatro lirico d’Europa. È stato riconosciuto patrimonio dell’umanità dall’Unesco e può ospitare più di 1300 spettatori. Si trova tra piazza Trieste e Trento e piazza del Plebiscito, ed è stato fondato per volere di Carlo III di Borbone. Pensate che è collegato al Palazzo Reale tramite una porta riservata solo al sovrano. Il suo palco è ancora oggi calcato da nomi celebri della storia italiana e internazionale della musica, della danza e del teatro.

3. Il tesoro di San Gennaro. Tutti conoscono il miracolo di San Gennaro, la famosa liquefazione tre volte all’anno del sangue che, secondo la tradizione, fu prelevato dal corpo del patrono della città dopo il suo supplizio. Per i napoletani San Gennaro è un punto di riferimento quotidiano. Denominato anche “faccia gialla” per il colore che oggi ha il volto del suo busto, il tesoro è conservato nei pressi del Duomo di Napoli: gioielli e oggetti in oro e argento tempestati di gemme preziose, fanno di questo tesoro il più importante al mondo.

4. Napoli sotterranea. È uno dei percorsi più suggestivi da fare se siete in vacanza a Napoli. Si tratta, infatti, della parte più nascosta della città, un tempo rifugio della popolazione a causa della peste e della guerra. Napoli sotterranea è un vero e proprio viaggio nel ventre partenopeo, tra i cunicoli scavati dai greci. Oggi è un acquedotto che raccoglie i ricordi di quel tempo e in circa due ore di percorso, oltre al tuor sotterraneo, è possibile visitare in superficie una parte dell’antico teatro greco-romano dove un tempo era solito esibirsi Nerone e dove adesso abita la popolazione locale, proprio sugli spalti dei resti del teatro.

5. Il Palazzo dello Spagnolo e Sanfelice. Come abbiamo detto in apertura, i quartieri Spagnoli e il rione Sanità, racchiudono secoli di arte e storia grazie ai palazzi monumentali e alla loro architettura. Citiamo quelli dello Spagnolo e Sanfelice, entrambi meta di turisti e spesso impiegati come location per set cinematografici. Inoltre, a palazzo Sanfelice è possibile vedere le opere di arte urbana dell’artista Zilda, dedicate alla città.

6. La Certosa di San Martino. Chiudiamo il nostro viaggio con uno dei capolavori del periodo borbonico. Sulla collina del quartiere Vomero spicca, quasi a dominare il centro storico e il golfo, la Certosa di San Martino, un tripudio di arte della Napoli borbonica con due chiostri, Grande e Piccolo. Consigliamo di vedere il panorama nelle vicinanze dove si scorge Spaccanapoli, la strada che divide la città in due parti dal quartiere Forcella ai quartieri Spagnoli.