Moda, agroalimentare e occupazione: i segreti della crescita spagnola

Hanno chiamato il “miracolo spagnolo” la costante crescita economica del continente iberico che sembra non volersi arrestare. Dopo anni difficili di crisi, paventata bancarotta, recessione, stangate su occupazione e tasse, in Spagna è finalmente ripreso il trend pre-crisi: fatto di crescita sostenuta al di sopra della media UE e aumento del Pil.

È da inizio 2014, infatti, che la corsa del Pil spagnolo si trova con il segno più. A oggi la crescita della Spagna viaggia oltre il 3%; il debito pubblico è intorno al 100%; le banche sono più sane e la bilancia dei pagamenti è in surplus. Dati che hanno portato il Paese a superare i redditi di economie più grandi, come l’Italia. L’aumento del Pil – dicono gli esperti – poggia essenzialmente sulla ripresa dei consumi e neutralizza così l’impatto della crisi internazionale.

Merito dunque delle politiche, non sempre popolari, adottate negli ultimi anni ma anche delle eccellenze che popolano il Paese. Prima fra tutte un colosso della moda come Inditex, proprietario tra gli altri del marchio Zara, i cui primi nove mesi dell’anno si sono chiusi con un utile netto in crescita del 20% a 2,02 miliardi di euro. Le azioni del gruppo negli ultimi dodici mesi hanno toccato il picco di 34.59 euro. Per l’attuale trimestre, la holding ha comunicato che dal 1° novembre al 3 dicembre la crescita delle vendite è stata del 15% a valute costanti e i ricavi sono migliorati del 16% a 14,74 miliardi di euro. “Un trend che continuerà” precisa Inditex, che ringrazia soprattutto il boom dei consumi in Spagna a cui si deve circa un quinto dei ricavi totali.

Robusto anche il ritmo di apertura di nuovi punti vendita: da gennaio a settembre sono stati aggiunti 230 negozi, per un totale di 6.913 store Zara, Bershka, Stradivarius, Pull & Bear, Massimo Dutti e altri brand del gruppo clicca qui per i prezzi delle azioni in tempo reale). Nuove aperture e dunque nuova occupazione. Le ultime stime parlano proprio di un forte calo della disoccupazione spagnola di 27.100 unità, attestandosi in media all’8% circa.

Dalla moda all’agroalimentare, dove la Spagna si conferma primo produttore di olio extravergine strappando il primato di bontà all’Italia. Secondo “Flos Olei, guida internazionale al mondo dell’extravergine” per la prima volta nella classifica “The best 20” che rappresenta l’Oscar dell’olio extravergine, il paese iberico ha superato il nostro per 8 premi a 7 aggiudicandosi anche i due riconoscimenti più ambiti. I panel di degustazione hanno infatti assegnato il premio per il migliore olio extravergine dell’anno all’etichetta Selecciòn di Finca La Torre mentre il titolo di azienda dell’anno è andato all’azienda Castillo de Canena Olive Juice. Molto bene, infine, anche i dati sul turismo che vedono la Spagna in posizione di leadership a livello europeo davanti a Regno Unito e Francia.

A cura di Enza Petruzziello