Mallorca, l’isola della calma

Mallorca era conosciuta dagli antichi come l’isola della calma, per l’ambiente rilassato che i romani vi respiravano. Al loro latino si deve il nome dell’isola: insula maior (trasformatosi poi nei secoli in isla mayor).

Mallorca non solo è la più grande e popolata delle isole dell’arcipelago delle Baleari, ma è anche la seconda isola più grande della Spagna, dopo Tenerife. Alla capitale (Palma) appartengono amministrativamente anche l’isola di Cabrera e tutti gli isolotti che la circondano.

Origini e storia

L’origine di Mallorca si ritrova nei primitivi resti in Bronzo, databili attorno al 3500 a.C. in piena era Neolitica: si pensa si tratti della stessa cultura talayotica che abitò anche Minorca. La località di Santa Ponsa, nel municipio di Calviá, ospita il più grande sito archeologico dell’epoca: 35 ettari di terreno su cui sono visibili navetas (presenti in tutto l’arcipelago), grotte sepolcrali e resti di quello che sembra essere un insediamento piuttosto popolato.

I primi abitanti noti dell’isola furono gli honderos baleáricos, un corpo di soldati mercenari che combatterono con Cartaginesi e Romani. Nel 123 a.C. Roma decise di appropriarsi dell’arcipelago, per difendersi dalle numerose e continue incursioni di pirati nel Mediterraneo. Quinto Cecilio Metello (che verrà poi soprannominato Balearicus) fu colui che conquistò Mallorca in nome della Repubblica Romana. Racconta la leggenda che il generale romano dovette proteggere le proprie imbarcazioni con pelli di animale, perchè gli attacchi degli honderos impedivano lo sbarco. Le legioni romane conquistarono l’isola dopo due anni di battaglie, ed una volta presi gli honderos divennero parte dell’esercito Romano, combattendo persino a fianco di Giulio Cesare nella conquista della Gallia del 58 a.c.

Mallorca venne quindi conquistata nel 425 dai Vandali, che la cedettero nel 534 al generale bizantino Belisario.

Dal 707 al 903 l’isola bizantina cercò di contrastare le invasioni musulmane, ma senza grande successo, e, nel 903, Mallorca fu ceduta alla dinastia Omeya. Secondo le cronache storiche il castello di Alaró fu l’ultimo baluardo cristiano a cedere sotto la potenza dell’invasione musulmana, dopo otto anni d’assedio. Ogni traccia della popolazione cristiana venne cancellata, e la lingua sino ad allora parlata (un maiorchino protoromazo) venne sostituita dall’arabo.

L’invasione musulmana portò a Maiorca (e a tutta la Spagna) un periodo di grande crescita economica e, soprattutto, culturale. Agli arabi si deve la foondazione di Madina Manurqa, l’attuale capitale Palma. Nel 1114 Ramon Berenguer III di Barcellona attaccò l’isola, in un tentativo sì di riconquistarla, ma soprattutto con l’intenzione di fermare le attività di pirateria che partivano dall’isola e saccheggiavano le navi che attraversavano il Mediterraneo. L’attacco non andò a buon fine: Mallorca rimase alla famiglia musulmana Banu Ganyia, che fomentò la pirateria contro le navi cristiane. Nonostrante la disfatta, Ramon Berenguer ed i suoi alleati (i Pisani) furono in grado di gettare le basi per la futura supremazia navale catalana e per rafforzare i contatti commerciali nel Mediterraneo.

Dopo circa 20 anni di dominazione Almohade (una importante dinastia Berbera), Mallorca divenne finalmente spagnola e cristiana nel 1229 grazie a Jaime I il Conquistatore. E tale rimase: Jaime I nel suo testamento, infatti, lasciò ordini affinchè si creasse il Regno di Mallorca di cui facevano parte non solo tutte le altre isole dell’arcipelago, ma anche i possedimenti che Jaime I aveva prima di morire (Montepellier, Rosellón, Cerda?a). L’indipendenza del Regno, in mano all’erede Jaime II, non durò molto, e nel 1349 venne incorporato al Regno d’ Aragona.I secoli successivi non furono quieti: dalle sollevazioni del 1521 contro la nobiltà, agli attacchi di pirati Turchi e Berberi nei secoli XVI e XVII, alla Guerra di Successione Spagnola, in cui Mallorca appoggiò l’arciduca d’ Austria, opponendosi a Felipe d’ Anjou.

Turismo ed Architettura

Centro turistico europeo, Mallorca ha fatto di questo settore e di quello edile i motori principali della propria economia, relegando in secondo piano quelli che erano invece i settori tradizionali dell’arcipelago (l’allevamento, l’agricoltura, la lavorazione delle pelli, i calzaturifici e la ceramica) Molte delle antiche fattorie sono state oggi convertite in piccoli hotel rurali, e le imprese maiorchine che si occupano di turismo sono considerate tra le migliori di Spagna.

Le principali località turistiche di Mallorca si trovano nel municipio di Calviá (la zona di Magaluf, El Arenal) e Alcudia.

Di Mallorca fa parte un’importante e nota baia, quella di Portals Vells / El Mago: la cala venne scelta per alcune scene di un film del 1976 con Anthony Quinn come protagonista. Le scene si sarebbero dovute girare in Grecia, ma il colpo di stato fece cambiare i piani alla produzione. Una volta uscito il film la critica elogiò in particolar modo “quello splendido luogo dell’Egeo” (ndt), fino a quando un coraggioso maiorchino scrisse alla casa cinematografica dimostrando che, in effetti, non si trattava di un luogo della Grecia.

Maiorca è ricca di gioielli architettonici, tra cui il Castillo de Bellver, costruito in tipico stile gotico maiorchino, che si trova a circa 3km dalla capitale. La particolarità del castello è la pianta circolare: solo tre castelli in Europa sono circolari, e quello di Bellver è il più antico. Costruito agli inizi del secolo XIV, per ordine del re Jaime II, il castello si trova su un piccolo monte, in un’area circondata di boschi, da cui si possono ammirare la città, il porto, la Sierra de Tramontana e Pla de Mallorca: in effetti l’origine del nome bell veer (dall’antico catalano) significa Bellavista. Il disegno della pianta e delle torri, così come la mancanza di un portico, ricordano quello di Herodion (in Cisgiordania). Il castello servì da residenza reale durante il ragno di Jaime II, e fu il rifugio di Juan I d’Aragona, dalla peste che invase la Spagna nel 1394, divenendo successivamente fortezza militare e prigione. Solo nel 1931 la Seconda Repubblica Spagnola cedette il castello di Bellver alla città di Palma, che nel 1976 lo convertì in Museo Storico della città di Palma.

La Catedral de Mallorca: il principale edificio religioso di Maiorca, conosciuta in maiorchino come La Seu (denominazione data dalla Corona di aragona a tutte le cattedrali, ndt). Si tratta di un edificio in stile gotico levantino, costruito lungo la riva della Baia di Palma. Circondato dalle mura romane e rinascimentali che proteggevano la città, è sede della diocesi di Maiorca. La sua costruzione iniziò nel 1229, dopo la conquista dell’isola da parte di Jaime I: il monarca, dopo aver abbattuto la moschea decise di erigere una cattedrale dedicata a Santa Maria. Nel 1931 venne dichiarata Monumento Storico Artistico: al suo interno il più grande rosone dell’epoca gotica.

Santuario de Santa maria de Lluch: il cui toponimo deriva dal latino Lucus (bosco sacro), si trova nella Sierra de Tramontana. Considerato importante luogo di pellegrinaggio, in cui riposano i resti della Vergine di Lluch, patrona di Maiorca. Secondo la leggenda un pastore ed un monaco trovarono l’immagine della Vergine di Lluch scolpita in una pietra vicino al torrente che scorre dietro la sagrestia. Decisero di portare l’immagine all’allora sede parrocchiale, e quando il giorno dopo aprirono le porte per far entrare la gente accorsa a venerare il volto della Vergine, scoprirono che la pietra era scomparsa. La ritrovarono lungo il torrente, dove l’avevano scoperta. Il fatto si ripetè per altre due volte, e quindi la popolazione decise di costruire un piccolo oratorio al lato del torrente per poter venerare la Santa.

Il Castillo de Bendinat, costruito nel XIX secolo per il Marchese De la Romana, è in puro stile neogotico, come i più importanti castelli del centro Europa. Si trova tra l’omonima località di Bendinat e la Sierra de Na Burguesa. Secondo la leggenda il re Jaime I si accampò in quest’area la notte successiva ad una violenta battaglia contro i musulmani, durante la riconquista dell’isola.

A cura di Diletta Fraizzoli