Luis de Gongora: un prezioso manoscritto esposto in una mostra

 Ben cinque sono le pagine di un inedito manoscritto firmate da uno dei più raffinati esteti del Siglo de Oro: Luis de Gongora e ritrovato dall’ispanisita Amelia de Paz: un manoscritto in cui il religioso, poeta e drammaturgo, accusa apertamente un membro della Santa Inquisizione.

In queste cinque pagine il padre del culteranesimo sofisticato, autore di Soledades, denuncia l’inquisitore Alonso Jiménez de Reynoso, colpevole di aver fatto aprire una breccia nelle mura della città di Cordoba per poter uscire di nascosto ed incontrarsi con doña María de Lara, con la quale, secondo Góngora commetteva “atti immondi e di bassa, ordinaria zozzeria”.

Il manoscritto, un autentico tesoro, sarà esposto nella Biblioteca Nazionale come “pezzo forte” di una esposizione dedicata al religioso drammaturgo: “Góngora. La estrella inextinguible. Magnitud estètica y universo contemporáneo”, organizzata dalla Acción Cultural Española.

manoscritto gongora

È difficile trovare inediti di Luis de Góngora, soprattutto di questa rilevanza: l’ultima scoperta fu di Damaso Alonso, che nel XIX secolo trovò una lettera dettata da Góngora, ma corretta e glossata di suo pugno. “La visione che in Spagna abbiamo di Góngora è quella di un serio, severo uomo di fede…esattamente quella ritratta nel quadro di Velázquez – racconta Amelia de Paz. L’importanza d questo manoscritto risiede nella visione diversa di questo autore: più sicuro di sè, quasi burlone”.

Amelia de Paz trovò il manoscritto mentre stava conducendo uno studio sul contesto sociale del periodo gongorino: indagando sulle sezioni riguardanti l’Inquisizione a Cordoba, trovò queste cinque pagine, scritte su entrambe le facciate “Una scoperta del tutto casuale – ammette lei stessa – ed involontaria. Il testo di Góngora è un’accusa non solo contro uno degli Inquisitori della città, ma soprattutto contro uno dei suoi più cari amici, Alonso Jiménez de Reynoso. Ciò che rimane avvolto nel mistero è il perchè di un simile attacco, ma si pensa sia una specie di vendetta per qualcosa che Alonso Jiménez de Reynoso aveva insinuato sul padre del drammaturgo”. “La Santa Inquisizione aveva un suo sistema interno di controllo delle persone che ne facevano parte. Molti erano gli ispettori che venivano inviati dai tribunali per controllare l’operato degli Inquisitori. Góngora approfittò della visita di uno di questi ispettori per diffondere la lettera e screditare il suo ex-amico, che viveva di nascosto con María de Lara. I due si erano conosciuti a Granada, e quando lui fu destinato a Cordoba le propose di seguirlo. In questo modo Alonso Jiménez de Reynoso non solo aveva un comportamento inadeguato alla sua figura di uomo di fede, ma anche – secondo Góngora – rubò denaro dalle casse dello Stato.

Questo tipo di accuse – continua Amelia de Paz – erano frequenti, ma di solito venivano esposte oralmente davanti ad uno dei tribunali, o ad un Inquisitore. Il fatto che in questo caso si tratti invece di un’accusa scritta, fa di questo un testo davvero prezioso. Góngora fu chiamato a testimoniare (ricordiamoci che non solo era un religioso, ma era una persona molto influente, discendente di una nota famiglia ed amministratore dei beni della cattedrale), ma in un primo tempo disse di non ricordare bene i fatti…salvo poi comparire il giorno dopo davanti al tribunale con il manoscritto d’accusa in mano. Riuscì in questo modo a far sì che il processo a Alonso Jiménez de Reynoso si svolgesse su un terreno a lui congeniale: quello della parola scritta! “. Il processo si concluse con la vittoria del drammaturgo, che riuscì a far multare l’Inquisitore ed a farlo trasferire a Valladolid.

Amelia de Paz non da troppa importanza alla relazione tra l’Inquisitore e doña María de Lara, definita come “muy pública y escandalosa” (scandalosa e di dominio pubblico, ndt) dallo stesso Góngora: “Era la tipica convivenza che sia l’Inquisizione che la gente comune sapeva esistere, e che in certo modo veniva accettata. Leggendo la storia della Santa Inquisizione si riscontrano caratteri di indulgenza assolutamente inediti”, prosegue l’ispanista, che sta preparando un libro sul dissoluto Inquisitore.

La memoria e l’opera di Luis de Góngora furono il focus attorno al quale si formò la nota Generación del ’27, ovvero l’avanguardia poetica spagnola. Si trattava di un gruppo di poeti spagnoli che nel 1927 – anno del terzo centenario della morte di Góngora – si formò presso l’Ateneo di Siviglia, con l’intenzione di rendere omaggio alla figura del grande poeta e drammaturgo. Tra essi si ricordano: José Bergamín, Jorge Guillén, Gerardo Diego, Federico García Lorca, Rafael Alberti e Damaso Alonso.

L’esposizione “Góngora. La estrella inextinguible. Magnitud estètica y universo contemporáneo” intende presentare l’influenza dell’opera gongorina in più di 400 anni di letteratura, e non solo spagnola, ed è divisa in quattro sezioni.  En orbe de oro luminosa estrella: vida y contextos (Luminosa stella in una terra dorata: vita e contesti): una prima parte in cui si analizza il tempo, il contesto storico in cui Luis de Góngora visse, i testi e gli autori che l’hanno influenzato maggiormente.

El triunfo de Góngora en el siglo XVII (Il trionfo di Góngora nel XVII secolo): in cui si possono ammirare manoscritti, ritratti, e i primi tentativi d’imitazione europei, ma anche, sorprendentemente, americani.

Motivos cotidianos, poemas estelares, mitos inagotables: sugerencias de la forma, la línea y el color (temi quotidiani, poemi stelalri, miti infiniti: suggerimenti di forma, linea e colore) un percorso di pure opere gongorine Polifemo y Galatea, Soledades , Príamo y Tisbe.

La galaxia de Góngora en el siglo XX (La galassia di Góngora nel XX secolo): dove vengono presentate le revisioni dell’ultimo secolo di letteratura. Qui si troveranno manoscritti degli autori della Generazione del ’27, come Dámaso Alonso, Federico García Lorca o Rafael Alberti.

Per maggiori informazioni

www.bne.es

A cura di Diletta Fraizzoli