La Galicia, terra di confine
La costa atlantica della Spagna ha rappresentato fin dall’antichità la curiosità per i luoghi al confine tra due mondi: la “Finis Terrae” considerata il confine ultimo tra il mondo dei vivi e il lungo viaggio che aspettava le anime verso l’aldilà, è oggi “Capo Fisterra”, dal volto selvaggio ed estremo, tipico delle terre di frontiera.
La memoria del paese ricorda come questo luogo sia chiamato anche “Costa della morte”, perchè è lungo questo tratto di costa che le prime avventure navali e mercantili hanno avuto tragici epiloghi. Affascinante carattere “doppio” dunque, che si rispecchia anche negli aspetti della morfologia del territorio e del carattere climatico, di cui è esempio il cielo, capace di passare in poche ore da uno scuro grigio piombo ad un rarefatto azzurro. Terra di confine, storicamente abbandonata a se stessa la Galicia ha vissuto isolata dalla Spagna (da cui è separata da una catena di montagne) e dal resto del mondo (a separarli un oceano) ed ha assunto aspetti e tradizioni delle culture che vi si sono susseguite, prima tra tutte quella dei Celti, chiamati “galegos” – definizione ancora oggi viva nella tradizione galiziana.
Popolo di marinai e pescatori i galiziani convivono con 1200 chilometri di coste che mutano al mutare del carattere di un oceano mai uguale a stesso, che ha realizzato una spettacolare morfologia costiera, artista creatore di impressionanti strapiombi, maestose scogliere, ma anche di incantevoli baie e spiagge. Tipici di questo carattere mutevole sono i 100 chilometri di costa che circondano la capitale La Coruña, in cui sembra davvero di essere sempre sospesi tra mare e terra, senza alcuna certezza.
Altre creatura dell’Oceano, tipicamente galiziana sono le “Rìas”: profondi fiordi, lingue che tagliano la terra e che ogni 12 ore si svuotano. Le maree “altas y baixas”scandiscono il passare del tempo di questi luoghi: se il mattino ci si trova davanti ad un grazioso porticciolo, dopo solo 12 ore il paesaggio apparirà desolato, con le barche reclinate e i pescatori che a piedi nudo raccolgono dalla sabbia paludosa lasciata dalla bassa marea i molluschi e i frutti di mare.
Ci sono però anche splendide spiagge, tra cui la splendida “Valovino”, parco naturale tra i più grandi e splendidi in europa, dove si trovano le “dunas vivas”: dune di sabbia che si spostano con il passare del giorno.
Protagonista rimane comunque l’ Oceano: immenso e buio, un buio interrotto solo dalle luci dei fari che costellano la costa galiziana, muti testimoni di una terra che da sola ha saputo crearsi un’identità, anche se “doppia”.