Il Flamenco, una danza della tradizione spagnola

E’ difficile risalire con certezza all’origine di questa affascinante danza gitana: a chi sostiene che essa sia nata proprio in Andalusia, come “canto profondo”, si contrappone chi la fa derivare dal ben più antico Kathak indiano (danza orientale portata in Spagna dai Gitani attraverso l’Egitto attorno al 1400), o chi la fa derivare dalla parola araba Fellahmengu, che significa “contadino senza terra”.

E’ pur vero che tra le danze vi sono alcune importanti somiglianze:

– I piedi danno il ritmo, rappresentano uno strumento di percussione .

– I passi sono nervosi e complicati ma le braccia si muovono con molta eleganza, e sottolineano l’importanza del dialogo tra i due danzatori, i quali alternano momenti di perfetta sincronia, ad altri in cui danzano individualmente.

Un tempo ristretto nella zona dell’ Andalusia, oggi il flamenco fa parte della cultura e della tradizione musicale della Spagna intera, anche se resta confinato, oltre che nelle zone di origine (Spagna meridionale) solo nelle grandi città del resto della Spagna. Al nord, in Catalogna, viene spesso guardato con disprezzo, come sottocultura popolare.  Quel che è certo è che questa nobile arte, che sa essere allegra e solare, ma anche passionale o romantica e malinconica, nasce dalla seduttiva mescolanza delle culture mediterranee tradizionali e da dure condizioni di vita, come l’emarginazione ma anche come la dolorosa consapevolezza dell’esistenza: per questo risulta difficile oggi comprenderla fino in fondo e conserva intatto un indiscutibile fascino.

I primi cenni di quest’arte vengono fatti risalire al XVIII secolo, periodo in cui questa danza rappresenta la purezza del sentimento e della passione, legati ad uno stile di vita estremamente libero : nasce infatti come canto senza musica, che si aggiungerà solo in seguito. Verso la metà dell’Ottocento infatti il musicista gitano El Fillo porta alla ribalta il Flamenco cantando e musicando le gesta dell’eroico torero Paquito. Nasce così l’epoca d’oro del Flamenco, che si amplia, fino a contenere – a tutt’oggi – ben 40 ritmi diversi. Da allora i gitani inizianrono ad esibirsi nei locali di tutta la Spagna . All’inizio del Novecento, il Flamenco approda finalmente anche a teatro e viene esportato in tutto il mondo.

flamenco

Oggi è presente nel cinema, grazie al regista Pedro Almodovar e , o ad attori come Antonio Banderas. Nella musica la fa ancora da padrone Paco de Lucia, chitarrista di Flamenco che ha incantato il pubblico per circa tre decenni, sapendosi adattare alle nuove fusioni con Jazz e Salsa. Nel ballo le grandi protagoniste sono Estrella Morente e Sara Baras. La prima, figlia del grande Enrique Morente e della ballerina Aurora Carbonell, ha saputo reinventare l’arte del Flamenco, introducendovi la passione dei canti popolari spagnoli.

Il risultato è stata un’aria di riverente novità in una tradizione così forte. Il suo lavoro è stato premiato proprio da Pedro Almodovar nel suo film Volver. Sara Baras  è la stella spagnola di questa danza. A lei infatti è andato il premio nazionale della danza, e con la sua compagnia, composta di venti elementi è un insieme di eleganza e tradizione. La sua danza viene dai critici definita “un virtuosismo di rara bellezza e perfezione”.

La vera culla del Flamenco rimane comunque Jerez. Fin dal secolo scorso, infatti è questa la città che ha donato alla storia del Flamenco i migliori cantaores, bailaores, e chitarristi, e sempre qui ha avuto origine la Bulería (tipo di canto flamenco). È proprio nel cuore del quartiere di Santiago che, all’interno del settecentesco Palazzo di Palmartín, si trova il Centro Andaluso di Flamenco, dotato di moderne attrezzature audiovisive, di una biblioteca specializzata e di un’importante fonoteca che ci guida verso la conoscenza di questa singolare manifestazione artistica radicata nello spirito di Jerez.

Per gli amanti del Flamenco consigliamo questo sito:

www.flamenco-world.com