I ristoranti spagnoli tornano alla filosofia “casera”

In Spagna i locali e ristoranti progettati da architetti di grido, dalla luce fioca (o molto accesa), dall’arredamento minimal e firmatissimo o dai piatti dal sapore esotico, stanno pian piano lasciando il posto a ristoranti più tradizionali, dal gusto “familiare”.

E non solo nei piccoli paesi, anche nelle grandi città. La nuova filosofia, è “che la gente si senta comoda, quasi come a casa” come riassume Sofia (proprietaria de La Pepita a Barcellona). Ecco alcuni tra i più conosciuti:

La Pubilla

(Plaza de la Llibertat, 23 – Barcellona)

Cucina catalana tradizionale, colazioni “de tenedor” (con piatti e tapas – tenedor in spagnolo è la forchetta, ndr) e risotti che, secondo gli avventori, creano dipendenza. Il tutto creato nella cucina di questo locale nel quartiere di Gràcia, affidata alle cure di Alexis Peñalver (conosciuto in tutta la capitale) e ai prodotti che ogni mattina acquista al mercato de Las Llibertat, nella piazza di fronte.

La Pepita

(C/ Córcega 343 – Barcellona)

Il sogno di Sofia e Sergio era quello di aprire un locale in cui i clienti potessero sentire l’atmosfera di casa…e l’hanno realizzato. La Pepita è aperto tutto il giorno e serve dalle colazioni, caffè, pranzi, aperitivi, merende, cene e dopocena. Il piatto estrella è La Pepita: una versione del classico panino di metà mattina con filetto di carne alla piastra e aglio, qui accompagnato da salsa romesco, melanzane alla piastra e basilico.

Los Chuchis Bar

(C/ Amparo 82 – Madrid)

Scott Preston ha lasciato la sua Londra natale per aprire questa piccola delizia della gastronomia nel caratteristico quartiere di Lavapiés. Ingredienti freschi e ben elaborati compongono il suo menù del dìa a soli 12 euro (strepitoso il suo famosissimo maialino cotto a fuoco lento con mele e patate arrosto, ndr).

Casa Fidel

(C/ Escorial 6 – Madrid)

Locale tradizionalissimo, in cui non mancano i piatti tipici della cultura spagnola (meritano menzione le minestre ed i piatti “al cucchiaio”), presentati su tovaglie a quadri bianchi e blu. La domenica e il giovedì sono giorni di menù speciale, con il classico cocido madrileño (minestra di origine povere, a base di ceci, verdura e carne) e lo stinco con patate.

Ubik Café

(C/ Literato Azorín 13 – Valencia)

Un caffè – libreria, ma non solo. All’Ubik Cafè ( definito dagli avventori un biblicafé) si tengono concerti, esposizioni, mostre. La cucina è italo -spagnola, ma la birra è assolutamente artigianale. Una volta al mese organizza “La tapa del libro” (giocando sul significato della parola tapa, che oltre ad essere il singolare di tapas, è la copertina del libro, ndr), un appuntamento dove, per soli tre euro si può assaggiare una tapa della casa accompagnata da una copa de vino e da un libro di seconda mano.

Diletta Fraizzoli