Arcos de la Frontera (Cadice)

Arcos de la Frontera, uno dei “Pueblos Blancos” fa parte della provincia di Cadice di cui rappresenta uno dei pueblos più estesi e popolati.

Importante centro turistico ed economico, Arcos de la Frontera è stato capitale della Taifa de Arcos in epoca araba e del Ducato di Arcos dal 1493. In effetti, la posizione strategica del pueblo, tra Jerez e le più famose Sierras, ne ha fatto un luogo popolato sin dall’antichità, e deve il nome “Arcos” al latino arx-arcix, utilizzato dai Romani per indicare una “fortezza elevata”. In epoca araba Arcos de la Frontera passò ad essere denominato Arkos, iniziando un periodo di grande ricchezza, crescita e splendore culturale. Fu proprio in epoca arba che il publo diede inizio alla costruzione delle mura esterne, così come il forte militare, i mulini e la pavimentazione delle principali strade cittadine.

Nel 1264 il Re Alfonso X il Saggio lo conquistò, annettendolo al Regno di Castiglia, ed il suo successore lo cedette in seguito alla famiglia Ponce de León, che lo convertì in Ducato. Durante i secoli XV e XVI si costruirono i principali monumenti, tra cui l’ Ospedale dei Francescani, il Palazzo della Signoria, il Convento delle Mercedarias Descalzas (oggi importante luogo di visita e pellegrinaggio), il Convento di San Francesco e di quello di San Juan de Letrán, l’ Ospedale di San Roque e quello di San Pietro … fu però solo nel XVIII che l’espansione urbana superò le antiche mura arabe.

La grandezza e la crescente importanza del pueblo vennero colpite duramente dal terremoto che nel 1755 distrusse Lisbona e che ad Arcos de la Frontera distrusse gran parte dei principali palazzetti e monumenti, facendo letteralmente sprofondare una parte del Castello e dando origine a quella che oggi è la Calle Nueva.

 

 

Del XVIII e XIX secolo sono le principali residenze costruite oltre le mura cittadine, grazie alle quali nacquero i borghi residenziali più importanti di Arcos: quello De la Corredera (il più elegante), quello di San Francisco (sviluppatosi attorno alla chiesa del Francescani del XVI secolo), ed il Barrio Bajo, ricostruito sulle fondamenta di un’antica cittadella araba.

 

Il XX secolo porta un’ importante sviluppo qualitativo della vita, che si accompagna ad un egualmente importante sviluppo del settore turistico, in particolare a partire dagli anni 1960 -70, quando si converte in punto di partenza della Ruta de los Pueblos Blancos.